Chi di voi non conosce la storia di Ulisse? L’amore per Persefone, le sirene e le streghe, i maiali e il ritorno all’agognata Itaca…
Ma NO, oggi non parliamo di tutte queste meraviglie!
Non parliamo di Omero, ma della “sindrome del migrante con stresso multiplo e cronico”, che viene poeticamente definita “La Sindrome di Ulisse”. In realtà, per chi ne soffre, non c’è molto di poetico: tante parole per esprimere il grave disagio psicologico che molti migranti, di ogni genere e parte del mondo, si trovano a dover affrontare.
Non importa quale sia il motivo che vi ha spinti a partire, se sia stata una scelta obbligata o, al contrario, una cosa che avete voluto con tutti voi stessi: emigrare vuol dire riorganizzare completamente la propria esistenza, mettere in valigia vestiti assieme a sogni e speranze, confidando nel fatto che si stia facendo la scelta giusta!
La pressione psicologica è quindi forte in ogni caso, ma…
Cosa succede quando la nostalgia non passa e i problemi sono così tanti da accumularsi e sembrare insormontabili? Quando ti senti così impotente da sentirti disorientato per gran parte del tempo?
È questo ciò che il professore spagnolo Joseba Achotegui nel 2002 definisce “La sindrome di Ulisse”:
“Si manifesta quando i problemi che i migranti vivono sono tanti, si moltiplicano e, in più, hanno una lunga durata. …quando le condizioni sono così difficili da non poterle superare e la persona entra in una situazione di crisi permanente”
Pensate di esserne affetti? Avete paura di essere contagiosi?
Ovviamente stiamo scherzando!
Ricordate che questa “sindrome” NON è una patologia.
Molto spesso è lo stress estremo e duraturo legato al cambiamento, alle mancanze di ciò che si è lasciato indietro o alla disillusione della realtà di un posto a lungo idealizzato. Nel momento in cui pensi per troppo tempo che non c’è soluzione ai tuoi problemi, probabilmente, potresti soffrire di questo disagio psicologico.
Altrettanto spesso, però, non è niente di grave: è una condizione che va al di la di spazio e tempo, perché chiunque, almeno una volta nella vita, può essersi trovato nella tua situazione!
Perciò respira! Non dimenticare che c’è sempre una soluzione, anche quando non è immediata. Il dolore e la nostalgia non sempre sono tuoi acerrimi nemici. La cosa importante è saperli riconoscere: la consapevolezza è il primo passo per processare le emozioni e tirarsi fuori dal “canto delle Sirene”.
Come Ulisse, trova lo stratagemma che ti riporterà alla tua Itaca o a trovarne una nuova!
RICORDA SEMPRE:
La lotta contro sé stessi è la più complicata da combattere e vincere, e la salute mentale non è mai uno scherzo! Se non riesci ad uscirne fuori da solo, non c’è niente di male: contatta qualcuno per un supporto psicologico e lasciati aiutare.
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