Nascosto tra le montagne del Piemonte, in alta Valle Cervo, in provincia di Biella, Rosazza è un piccolo borgo che sembra uscito da un romanzo gotico. Questo piccolo comune ha catturato l’attenzione di molti grazie alla sua storia unica e all’architettura enigmatica che lo contraddistingue.
Conosciuto come il borgo più misterioso d’Italia, questo luogo è intriso di simbolismi esoterici, leggende avvolte nel mistero e un passato affascinante legato a personaggi come Federico Rosazza, politico e Gran Maestro Venerabile della massoneria biellese e all’architetto Giuseppe Maffei.
I due, con l’intento iniziale di trasformare il paese in una vera e propria opera d’arte, progettarono e realizzarono una serie di edifici e piazze ricchi di simbologia.
Passeggiando tra le sue strade, è impossibile non lasciarsi affascinare dall’atmosfera magica che lo avvolge.
La Storia di Rosazza: tra Massoneria e Misteri
Siamo nella seconda metà del 1800, quando Federico Rosazza decise di riqualificare il borgo attraverso la costruzione di edifici e strutture che raccontassero la sua passione per l’esoterismo.
Passeggiando per le vie del borgo si incontrano continuamente simboli e figure geometriche ispirate al mondo dell’occulto.
A tale proposito si narra che la creazione dei progetti e la ricerca iconografica che Rosazza sviluppò insieme all’amico Maffei, erano il frutto di precise indicazioni da parte di sua figlia Ida e di spiriti di personaggi illustri del passato, tra cui Dante, Sant’Agostino e Giulio Cesare, evocati per l’occasione durante sedute spiritiche condotte dall’architetto stesso che si riteneva essere dotato di capacità medianiche.
Le architetture esoteriche di Rosazza
Le architetture di Rosazza non sono solo belle, sono codici. I dettagli decorativi, le sculture e persino le disposizioni delle strade sembrano seguire un ordine misterioso. Il simbolismo esoterico è ovunque, dal castello al palazzo comunale, sui muri, nelle colonne e nelle incisioni; è una vera caccia al tesoro intrisa di mistero e magia e ogni visita si trasforma in un’avventura alla scoperta del non detto.
Il Castello
Il Castello di Rosazza fu costruito tra il 1883 e il 1899 e rappresenta, con decisi riferimenti alla massoneria, uno dei vertici di un triangolo simbolico insieme alla Chiesa e al Municipio del borgo.
L’eclettismo architettonico che lo caratterizza richiama forme disparate e stili altrettanto diversi che spaziano dalle forme medievali alle rovine greche. Nato come residenza estiva del suo proprietario, era destinato altresì ad ospitare anche una galleria di opere d’arte facenti parte della collezione privata dello stesso Federico Rosazza.
L’alluvione del 1916 distrusse gran parte delle statue e degli architravi di cui una piccolissima parte fu messa in salvo è poi trasferita nel Parco comunale. La torre guelfa, con la sua a muratura a lisca di pesce include una scala interna di cento gradini che conduce alla sommità.
L’arco etrusco
L’arco di accesso al giardino del Castello è una riproduzione dell’arco della città etrusca di Volterra, risalente al IV secolo a.C., un omaggio alle origini della famiglia di Giuseppe Maffei.
Tuttavia, anziché le tre teste originali che simboleggiano le divinità protettrici della città, Maffei scolpì i volti di tre donne del luogo tra i cui capelli spuntano delle stelle a cinque punte, un chiaro riferimento alle simbologie esoteriche e della massoneria.
In nome della Rosa
Non è solo un gioco di parole o un richiamo al cognome del più celebre benefattore di Rosazza, ma le rose sono un simbolo profondamente radicato nel tessuto del borgo. Nella cultura massonica molte sette fanno riferimento alle Rose nell’assegnare nomi e riferimenti a cose o a concetti che gli appartengono.
Lo stesso stemma dei Rosazza, ad esempio, è circondato da un’iscrizione in latino che recita “io, rosa, avvolgo i rovi imitando gli astri”.
Sulla facciata principale della chiesa è inoltre rappresentata una rosa aperta da cui esce una croce, dall’indubbio riferimento all’ordine segreto dei Rosa Croce, a cui varie associazioni esoteriche hanno rivendicato le proprie origini.
Insomma, a Rosazza, questo fiore si ritrova ovunque, dalle decorazioni delle facciate agli interni degli edifici, sulle finestre e i capitelli. È un elemento che indubbiamente fa da trait d’union tra il mondo terreno a quello spirituale ed esoterico.
Le fontane raccontano
Nel progetto di restyling di Rosazza e Maffei fu inclusa un’incredibile opera idraulica in favore della popolazione, atta a distribuire l’acqua in maniera capillare.
Vista l’estrosità e l’eclettismo dei due, a seguire, furono fatte costruire moltissime fontane, una diversa dall’altra, ognuna con una frase incisa che le contraddistingue, ma tutte con in comune due simboli ricorrenti del borgo: la stella a cinque punte e la rosa.
Una fra tutte la Fontana delle Rosa, incorniciata da due colonne con una grande rosa nel mezzo, in marmo rosso, situata nella piazza del Municipio.
Alla scoperta di Rosazza
Rosazza non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. Questo borgo misterioso è una finestra su un passato ricco di simbolismi e suggestioni che continua a intrigare chiunque lo scopra.
Questo borgo misterioso resta un tesoro culturale e un enigma da scoprire, un luogo che incanta e invita alla riflessione sui temi senza tempo che il suo creatore scelse di indagare.
L’ampio materiale esoterico e massonico rintracciabile un po’ ovunque lo ha reso un posto unico nel suo genere e sfidante per il visitatore più curioso.
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