Dal re di Polonia alle corti napoletane: il viaggio del babà tra storia e leggende

I Monzù parola napoletana dal francese Monsieur (“signore”) era un appellativo dato anticamente ai cuochi professionisti napoletani e siciliani. La cucina che rappresentavano era il punto di unione tra la cucina francese e quella napoletana.

Grazie a loro il Babà  arriva a Napoli intorno al 1835, passando per le corti di Francia dove i pasticceri d’oltralpe ne avevano già modificato la forma, quella attuale con la cupola rigonfia.

Il babà deve le sue origini al sovrano polacco Stanislao Leszczyński, che durante il suo esilio in Francia, aggiunse al Kugelhopf , un dolce tipico della zona, del madeira, un vino liquoroso; non si trattava ancora di Rum  ma serviva comunque ad ammorbidire l’impasto ritenuto dal sovrano troppo asciutto. 

Dalla Francia a Napoli

La figlia Di Stanislao, Maria Leszczyńska, giunge a Versailles dopo aver sposato Luigi VX, e insieme al pasticcere polacco Nicolas Stohrer elabora una nuova ricetta, sostituendo il madeira con del rum giamaicano

A Parigi il babà perde i canditi e lo zafferano della ricetta originaria e acquisisce la sua forma a fungo, per giungere poi a Napoli grazie  ai  Monzù.  

Il babà conquistò il palato dei napoletani, diventando un simbolo della pasticceria locale

Il babà e la furia del re

Una versione più romanzata narra che il re polacco, soggetto a scatti d’ira , in un impeto di rabbia, abbia scagliato una fetta di quel dolce contro un mobile e che per un caso fortuito abbia colpito una  bottiglia di rum, facendo inzuppare il dolce del tutto casualmente.

Apprezzatone il gusto decise di trasformare la ricetta.

Origini più antiche

In realtà si pensa che il dolce abbia origini ben più antiche e anche il nome ricorderebbe sia nella forma sia nel nome, i copricapi dei baba, i dignitari turchi che accompagnavano a Napoli gli ambasciatori ottomani e che sfilavano con loro lungo le strade della città.

Anche l’origine del nome riconduce al mondo arabo e al mito delle Mille e una notte, di cui Stanislao Leszczyński era un appassionato lettore; in particolare sembra egli prediligesse il personaggio di Alì Babà e i quaranta ladroni a cui altre leggende si rifanno per giustificare il nome del dolce come lo  conosciamo  oggi.

La storia del babà è un inno all’ingegno, alla creatività e alla capacità di adattamento, elementi che hanno reso il babà uno dei dolci più amati al mondo.

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